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Monday, August 31, 2009

SIGNS



La maggior parte delle volte non ti accorgi di nulla.
Esci di casa, e ti sembra che tutto sia così..immobile, perfettamente quadrato, fisso e avviluppato nella sua luminosa goccia d'ambra. La macchina è lì, il sole è fermo lassù in cima, il cielo è di un blu bidimensionale e l'universo sembra non porti domande e non richiedere risposta alcuna.
 
Ma a volte invece capita il contrario.
A volte esci di casa, e ti accorgi subito che oggi il mondo vuole dirti qualcosa. Forse diventiamo noi più sensibili, o forse è solo una questione di energia elettrostatica. Quelle cazzate tipo "l'asse terrestre si sta spostando..il movimento tellurico..la deriva dei continenti" e bla bla bla. Eppure capita. Capita di essere particolarmente ricettivi, e che tutto si faccia misterico e diventi assoluto segno. Anzi, di-segno.
 
Oggi, lunedì 15 maggio 2006, una data che non si ripeterà mai più fino a quando il sole smetterà di essere incandescente, e la rotazione terrestre finirà il suo normale movimento, è stata decisamente una giornata da "segni".
Apro il mio portone di legno massello, e già sento che l'aria ha un profumo diverso. Sento le bollicine, il sole caldo sulla pelle, il cielo quasi bianco. Mi accorgo di un fiore che non avevo mai visto, scorgo un volto nuovo, sento un bambino che ride nel palazzo di fronte al mio. Faccio un passo sugli scalini e vedo immediatamente qualcosa che si muove tra i miei piedi. Una lucertola, ferita probabilmente dalla mia gatta, stava lentamente morendo sulle scale di casa mia. Era bella, luminosa, fiera nel suo strenuo tentativo di vivere. La prendo in mano, sento il suo cuore che batte, lo sento sulle mie dita. E mi viene istintivo pensare che oltre alla felicità, avere una morte dignitosa sia quello a cui tutte noi creature dell'universo avremmo diritto. Avere una "bella morte", anche nel senso greco del termine.
E direi che morire sulle scale di casa mia, tra il rosmarino in fiore e lo zerbino "Welcome" non sia proprio il massimo. Così, con una vita nella mia mano, faccio qualche passo, e arrivo in giardino. E' selvaggio, le rose non vengono potate da mesi, l'erba è alta, e le margherite spuntano come lentiggini sul prato. Però è bellissimo.
Apro lentamente le mie dita, il suo cuore continua a battere..magari sarebbe sopravissuta ancora a lungo, o forse davvero il ciclo della sua esistenza era arrivato al termine. E proprio lì, dove l'erba si fa più bassa, dove la grande palma ha aperto le sue foglie, l'ho lasciata andare. Non si muoveva, era immobile, ma almeno il sole l'avrebbe scaldata ancora per un pò.
 
Entro in macchina per andare al lavoro, giro le chiavi e parte immediatamente lo stereo. 
Senza neanche farlo apposta Dream Theater "Through her eyes".
..Now that I`ve become aware
And I`ve exposed this tragedy
A sadness grows inside of me
It all seems so unfair..
Alzo lo sguardo, mi viene istintivamente da sorridere. Una canzone che parla di morte, della vita, di quanto la tragedia possa avvicinarci a noi stessi, agli altri, alla comprensione del tutto.
Oggi la vita mi stava davvero lanciando dei segnali.
E sembra una strana coincidenza, ma proprio ieri parlavo con una cara persona della morte, di come oggi sia diventata un tabù, di come in "questi ultimi giorni fatali" parlare di morte sia quasi un'offesa alla vita, come la società sia diventata omertosa nei confronti dell'unica cosa che accomuna davvero ogni singolo atomo di questo pianeta, di questo sistema. I palazzi invecchiano, gli uccelli muoiono, il fuoco si spegne, l'aria si consuma, tutto è destinato a finire.
Eppure non c'è tragedia nella morte.
Sentivo questo.
Oggi i segni sono riuscito a vederli. 
 



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