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Monday, August 31, 2009

JENNIFER CONNELLY E' UNA RAGAZZA FORTUNATA



Il Codice Da Vinci

Il film è terribile. Non posso che essere lapidario.

Ammetto di non aver assolutamente amato la fonte di partenza: il libro di Dan Brown è tanto ruffiano quanto superficiale e inutilmente pomposo. E quindi speravo in cuor mio che il film potesse tirar fuori tutto ciò che di cinematico effettivamente esisteva su pagina scritta. Ma quanto mi sbagliavo.

Ho sempre appoggiato la libertà creativa, e sono anche abbastanza a favore di un certo revisionismo storico se fatto per fini artistici, quindi l'aspetto contenutistico, più o meno condivisibile, non è il problema di questo film. Al di là della non rilevanza del cuore del film (alla rivelazione "Gesù poteva essere sposato con Maddalena!" un bel CHISSENEFREGA usciva spontaneo dalla mia bocca), quello che non torna è la pellicola in quanto thriller.

Cercare di condensare in due ore di film l'enorme mole di informazioni presente nel libro è impresa impossibile, nonchè foriera degli sbagli più grandi. L'opera risulta didascalica, espositiva, per forza di cose (chi non ha letto il libro non capirebbe altrimenti) ogni minimo passaggio viene spiegato o attraverso flashback, o peggio, attraverso i personaggi stessi che raccontano tutti i dettagli. E questo è l'errore che uccide un thriller: i personaggi praticamente non smettono mai di parlare per due ore e mezza, non c'è vera tensione, e gli attimi di coinvolgimento sono dovuti unicamente alla colonna sonora (provate a pensare al film senza colonna sonora..sarebbe piatto..). Inoltre, poichè tutto è spiegato, mostrato, esposto, lo spettatore non viene davvero coinvolto, non si pone domande, non viene intellettualmente stimolato: e questa è la morte del thriller. Paradossalmente, il film risulta talmente artefatto e costruito, da diventare spesso confuso e convulsamente insensato.

Ma a mio parere, il vero elemento che ha ucciso Il Codice Da Vinci è Tom Hanks.

Al di là di essere inguardabile con quei capelli, dall'essere proprio repellente, la prova che Hanks da in questo film è lancinante. Semplicemente orrendo. E' il protagonista meno affascinante degli ultimi anni, non coinvolge, non agisce, sembra che gli eventi gli capitino per caso. Porta per tutta la durata una maschera paralizzata, non ha espressioni, e quando parla non si vede neanche il movimento della bocca. Le cose sono due, o è andato ad un botox party la sera prima delle riprese, o amava questo ruolo tanto quanto Kevin ama Britney. E mi sa che si aproprio quest'ultima ipotesi, ovvero che sia qui giusto per annusare il profumo dei verdoni.. Comunque davvero uno zombie, la sua prova più brutta che io ricordi.

La Sophie di Audrey Tautou è un personaggio noioso, lezioso, e il doppiaggio italiano/francesizzato la rende ancora più consona ad una bella manica di legnate. Per il resto non è un'attrice malvagia, anche perchè di fianco ad un Tom Hanks di questo tipo, lei giganteggia. Ian McKellen se la cava con comodità, ma del resto è sempre stato un attore su cui si possa fare affidamento. Anche in quest'occasione, con il minimo sforzo, riesce a disegnare un personaggio interessante, sebbene non sia aiutato dalla scarsa sceneggiatura. Alfred Molina e Jean Reno sono risibili nella loro pretenziosità, e Reno se non cambia registro rischia seriamente di rimanere ingabbiato in questi tipi di ruoli.

Ma la star del film è senza dubbio lui, Mr. Paul Bettany. Quando è in scena ruba il film a chiunque, e offre gli unici momenti di vera tensione e coinvolgimento allo spettatore. Il suo Silas, che sinceramente su pagina era molto più interessante e aveva più spazio, è comunque un bel villain, e Bettany dimostra ancora una volta di essere un attore incredibilmente duttile e di talento. Si prova compassione, paura, tristezza, repulsione, tutto grazie ad un movimento di mano, ad uno sguardo. Grande Bettany, hot as usual.

La sceneggiatura è, come dicevo prima, didascalica ed espositiva, un pò come tutte le sceneggiature di Akiva Goldsman per Ron Howard. Il regista, dal canto suo, dimostra di essere un artigiano abbastanza mediocre, ancora lontano dall'essere vero e proprio "autore". Non bastano carrellate a perdifiato, e dolby impossibili per essere un bravo regista. Peccato, perchè con Cinderella Man Howard mi aveva incuriosito positivamente.

Non male la colonna sonora di Hans Zimmer, anche se eccessivamente pomposa e tonitruante, enfatica a dir poco. E un bravo al direttore della fotografia Salvatore Totino, figlio di italiani, che si sta facendo strada in quel di Hollywood, e che anche per questo film confeziona un pacchetto decoroso, con le sue sequenze buie e livide.

Insomma, personalmente ho trovato questo film sbagliato sotto ogni aspetto: come thriller non regge, come riflessione sul potere della religione è solo abbozzato e doveva affondare di più il coltello, come ripensamento della natura divina decisamente risibile.

Attenzione ad uno dei finali più involontariamente esilaranti e ridicoli degli ultimi anni, protagonista, ancora una volta, il Cavalier Tom Hanks.

 

VOTO: D 

 



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