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Friday, August 21, 2009

THE HILL IS THE NEW HELL



LE COLLINE
HANNO GLI OCCHI
 Non sono poche le qualità di questo remake del classico di Wes Craven. E sebbene poco si discosti dai clichè (necessari?) del genere in questione (musica ad effetto, stile splatter, psicologie costruite a tavolino), il prodotto del francese Alexandre Aja (Alta Tensione) si discosta nettamente dagli horror contemporanei.
A cominciare dagli stupendi titoli di testa (mai sottovalutare il potere di un inizio folgorante), l'opera mette subito in chiaro quale sia il suo percorso filmico. Lo scopo non è far paura (il film, preso all'interno del genere in cui si inserisce, effettivamente non fa paura), quanto piuttosto tentare di raccontare la società di oggi, e soprattutto abbozzare una critica non banale sul potere dell'uomo sull'uomo.
 
Il regista non è ancora un autore (per intenderci, non è Craven), e quindi molte intenzioni (e intuizioni) rimangono insolute o senza una vera ragion d'essere: chi sono i mutanti? da dove vengono? cosa vogliono? sono domande che vengono risolte con qualche didascalia forse funzionale alla scorrevolezza del racconto, ma magari poco adatta all'approfondimento di essa. In ogni caso i personaggi vengono tratteggiati con una certa perizia, e la tipica famiglia americana piccolo borghese che si trova alle prese con il suo riflesso/corrispettivo deforme e abominevole è una visione difficilmente dimenticabile e molto efficace. Certo, il confronto-scontro tra mondo civilizzato (o presunto tale) e mondo deforme (risultato dalla mutazione indotta dal primo mondo, però) poteva essere trattato con ancora maggiore vigore: il difetto sta forse in una mancanza di vero cinismo da parte del regista (o forse è un eccesso di cinismo quello che porta ad una "moderazione" di contenuti?): i risultati potevano essere ancora più disturbanti. Inevitabile è inoltre il paragone con l'altro remake contemporaneo Non aprite quella porta (2003): e senza alcun dubbio questo film ne esce vincitore.
 
A fare la differenza sono il soggetto in sè, come già detto, e il lavoro di attori, particolarmente ispirato e viscerale: una nota di merito va senza dubbio alla supercutie Emilie De Ravin (Roswell, Lost), che non solo dimostra di essere davvero un'attrice valida, ma mostra anche quel potenziale e quella certa duttilità che potrebbero portarla davvero in alto.
Altra caratteristica che allontana questo film dal solito manipolo di horror attuali è la vibrante patina anni '70: partendo dalla caldissima e sporca fotografia di Maxime Alexandre, il film (la cui storia si ambienta però ai giorni nostri..con tanto di iPod!) ricorda in maniera molto persistente un tipo di cinema grezzo e "ruvido", assolutamente non patinato (anche in questo caso siamo lontani da Non aprite quella porta), esplicito e intimamente violento: non vi nascondo il mio sgomento ai limiti delle lacrime per alcune sequenze davvero "da stupro dell'anima". Purtroppo però, sembra sempre mancare quel coraggio fondamentale per violare le regole canoniche del genere, e compiere dei veri passi in avanti. 
 
ATTENZIONE SPOILER!! NON PROSEGUIRE SE NON VUOI SAPERE DETTAGLI DEL FILM!!
Quello che personalmente mi scoccia è il gran numero di possibilità sprecate, anche a causa di quelle che sembrano quasi contraddizioni di fondo: i genitori muoiono entrambi, il regista sembra volerci dire che solo le nuove generazioni sono le vere portatrici di speranza.. Eppure Aja conclude il film facendo un occhiolino allo spettatore, come ad annunciare un probabile sequel che forse ci sarà.. Il nichilismo di fondo viene dunque negato e poi ripresentato sotto la forma commerciale del sequel. A mio parere, la piccola Katherine doveva morire. Nessun bambino è mai morto in un film horror..com'è possibile!?
 FINE SPOILER!!
 
 Per concludere, Le colline hanno gli occhi (oltre ad avere un titolo stupendo e memorabile) rappresenta un caso abbastanza singolare di horror, definendosi quasi più come critica sociale che come vero e proprio rappresentante di un genere. Molte occasioni lasciate, molte intuizioni buttate. Eppure un'opera con più sfumature di quante sia in grado di mostrare. Assieme a Wolf Creek (best horror movie in ages) e The Descent, uno dei migliori esempi di genere visti di recente.
 
 
VOTO: C
 


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